Dry Float Therapy e Autismo

L'esperienza di Casa Sebastiano

Oggi la vita è faticosa per tutti, ma lo è ancora di più per le persone affette da autismo. Sono soprattutto bambini ed adolescenti ad avere le maggiori difficoltà e a sentirsi sopraffatti dagli input sensoriali dell’ambiente che li circonda. Questo rende loro impossibile rilassarsi, con un conseguente accumulo di tensione e stress sia nel corpo che nella mente.

Furono dei ricercatori svedesi ad intuire che il galleggiamento potesse migliorare la qualità della vita delle persone affette da autismo; gli studi si concentrarono sui bambini, allo scopo di comprendere se una pausa “galleggiante” dal bombardamento degli stimoli esterni potesse effettivamente rappresentare un beneficio sostanziale. Oggi possiamo affermare che la terapia del galleggiamento permette loro di riposare, di rilassarsi e di liberarsi dalla pressione dell’interazione con gli altri. Il corpo ne trae beneficio, allentando immediatamente le tensioni articolari e muscolari che l’autismo “regala” come condizione costante e perenne nelle loro giornate.

Introdurre questa innovazione non è semplice e noi di Starpool, che nel 2018 abbiamo iniziato un bellissimo percorso donando Zerobody a Casa Sebastiano, lo sappiamo bene. Accettare un nuovo “oggetto”, accettare di restare fermi galleggiando sopra qualcosa di sconosciuto può essere una vera sfida. Qui entra in gioco la professionalità e l’abilità degli operatori che, come è avvenuto a Casa Sebastiano, accompagnano i ragazzi in un percorso di avvicinamento progressivo, lasciandoli liberi di toccare, scoprire, sperimentare, rifiutare, accettare Zerobody senza doverlo per forza utilizzare.

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Oggi siamo felici di poter condividere anche con te alcuni dati straordinari:

– Il 95% dei ragazzi di Casa Sebastiano utilizza regolarmente Zeorbody, scegliendolo autonomamente tra le attività di benessere e di “svago” proposte dagli operatori;
– Dall’inizio della collaborazione ad oggi, Zerobody è stato utilizzato circa 1200 volte;
– Mediamente ogni ragazzo sceglie di restare su Zerobody per 20 minuti; non è raro tuttavia che alcuni ragazzi decidano di effettuare sessioni da 30 minuti o da 20 + 20 minuti.

Ma non sono certo i numeri ad emozionarci; piuttosto, lo fanno le storie e le esperienze dei ragazzi che, grazie a Zerobody, possono finalmente trovare momenti di benessere che, a volte, si traducono in benefici duraturi associati agli aspetti più difficili della loro condizione.

Queste sono le tabelle comunicative per la gestione della sessione di Zerobody:

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Marzia Rizzardi, Coordinatrice dei Servizi presso Casa Sebastiano, ci racconta tre storie che, con grande orgoglio, oggi condividiamo con voi.

Utilizzeremo nomi di fantasia per proteggere la privacy dei protagonisti.
Non hai trovato fotografie, per proteggere la riservatezza dei luoghi e delle persone di cui ti abbiamo parlato. Se vuoi scoprire di più su Casa Sebastiano e contribuire ad un progetto di eccellenza a supporto degli adolescenti autistici in Trentino, o vai a trovarli.

Non c’è foto migliore di quella che si stamperà nel tuo cuore!

Matteo

“Matteo è un ragazzo di 38 anni che vive nel reparto residenziale di Casa Sebastiano. E’ un ragazzo che difficilmente accetta cose o esperienze diverse da ciò che già conosce e accetta. Così è stato anche con Zerobody, che ha richiesto un periodo di avvicinamento molto lungo e grande impegno dell’operatore nel rispettare i tempi di Matteo per toccare, scoprire, guardare e capire di cosa si trattasse. Un giorno, con grande stupore, Matteo ha deciso di utilizzare Zerobody e… si è addormentato! È stato per noi una grande manifestazione di fiducia e, soprattutto, di profondo benessere e rilassamento.”

Silvia

“Silvia è una ragazza che vive quotidianamente in uno stato di fortissima tensione muscolare. Le sedute di galleggiamento su Zerobody rappresentano per lei momenti in cui si rilassa e distende la muscolatura, senza necessità di intervento da parte dell’operatore con massaggi specifici”.

Giulia

“Giulia inizialmente ha scelto di utilizzare Zerobody tenendo stretta la mano dell’operatore, ma dopo poche sedute ha iniziato ad utilizzarlo senza richiedere nessuna assistenza. Per noi una grande conquista …Giulia è abituata ad avere l’educatore costantemente vicino, preferibilmente “mano nella mano”.

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